I Bambini di Ferrara: una filastrocca
Silvano Antonelli, artista ospite di Estate Bambini 2012 con le sue ‘Filastrocche e Canzoncine’ dedicate ai bambini di tutte le età (dai 3 ai 99), ci ha lasciato un regalo molto speciale. Nella nostra buca delle lettere abbiamo trovato una filastrocca che racconta come sono fatti i bambini di Ferrara…
…secondo voi, come saranno? Leggete qui sotto, oppure, se volete scaricate il testo qui, per poterlo stampare e tenere appeso nella vostra stanza!
I BAMBINI DI FERRARA
I bambini di Ferrara
han la pelle scura o chiara.
Hanno il naso lungo o corto.
Qualche dente dritto o storto.
Hanno il cuore, hanno i capelli,
hanno gli occhi ed i cervelli.
Di ginocchia due o tre paia,
per sbucciarle sulla ghiaia.
E le orecchie foderate
per sentire le sgridate.
Sulla testa hanno un berretto
fatto come un cappelletto.
Hanno addosso un maglioncino
ricamato a cotechino.
Sulle scarpe una lasagna,
che se no poi ci si bagna.
C’è un bambino fortunato
con la testa a pampepato;
quando guarda fa due occhiacci
grandi come cappellacci.
Ce n’è uno piccolino
che assomiglia a un cannoncino.
Se gli guardi i calzettini
sembran proprio due pinzini.
Sulla pancia il pantalone
tira come un bombolone.
Due bambine molto belle
con le trecce a tagliatelle.
Hanno pure un bel fermaglio;
sembra un bel salame all’aglio.
C’è un bambino che da un mese
dorme nella zuppa inglese.
C’è persino una bambina
con la gonna a salamina.
Ma se esci dalla porta.
Ma se esci dalla sporta.
Ma se esci dalle mura,
quelle intorno alla paura.
Se non fai più “coccodè!”.
Puoi vedere forse che…
I bambini di Ferrara
non son uno ma migliaia.
C’è anche quello sopra al bus
col vestito di cous-cous.
Quella con le treccioline
come tante patatine.
Quello con la canottiera
a involtino primavera.
Tanti, tanti e anche di più:
rossi, gialli, verdi e blu.
Vanno a scuola belli belli
come tanti pennarelli.
Stan provando a disegnare
tutti insieme il sole e il mare.
Non è facile, si sa.
Non si fa con un “oplà”.
Sembra un grande minestrone
ma è soltanto un’impressione.
Non ti dà soddisfazione?
Serve la dimostrazione
che i diversi sono uguali?
che siam tutti tali e quali?
Guarda allora la questione
da quest’altra posizione.
Gira tutto all’incontrario:
letto, sedie e lampadario.
Gira pure anche i bambini
come tanti burattini,
Ed allora, certamente,
vedi tutto chiaramente.
Ma di dirlo non mi sogno.
E’ che un poco mi vergogno.
E va beh! Se proprio devo…
parlo piano e me lo levo.
Non vorrei fare un dispetto,
provo a dirlo con rispetto.
I bambini di Ferrara,
ma anche quelli di Suzzara,
ma anche quelli di Pechino,
anche quelli di Berlino,
anche se stanno su Marte,
anche di qualunque parte.
Sono uguali, te l’ho detto.
Dietro, ognuno, ha il suo culetto.